Selected edition

What comes first?

Ti porto con me

Confashion|
Ritratti vestimentari a confronto

Damnatio Memoriae

Generazioni

Centosettantaperottanta

Confashion | Ritratti vestimentari a confronto

2015 - 2021

Archivio | REC 875 

Un tradizionale confessionale trasformato in zona franca, di ricerca e dialogo raccoglie gli immaginari narrativi che si celano tra noi e i nostri abiti. Amati, odiati, ereditati, dimenticati: gli abiti racchiudono ricordi e vissuti diversi per ognuno di noi.
Confashion - Ritratti vestimentari a confronto è un’ installazione interattiva che i partecipanti possono vivere sotto un duplice aspetto: narrando la propria storia o ascoltando quelle raccolte nell’archivio dell’artista. Una performance collettiva in divenire, spazio interattivo itinerante attraverso il quale comprendere i diversi significati che l’abito porta con sé.
L’obiettivo – dice Sara Conforti – è di innescare circuiti di reciprocità, rendendo più consapevole il concetto di vestizione per incoraggiare un’analisi partecipativa degli effetti del fashion system sull’identità personale e la sua de-costruzione. 

Fonte | Comunicato stampa  

Riccardo La Valle | Documentazione fotografica  

Confashion | Archivio | REC 001 | Sara Conforti

Fino all’età di 9 anni non ho avuto vestiti miei.
Diciamo di proprietà. Fino a 9 anni i miei vestiti sono sempre stati d’altri.
Usati. Me li portava mio padrino Giancarlo. Erano i vestiti di sua figlia. Forse.
Copiosi. In quei sacchi. Che Sembrava Sempre Natale
Erano finiti da poco gli anni ‘70 e nelle famiglie operaie si usava così.
Poi, un giorno, mia madre mi portò a comprare il mio primo paio di pantaloni.
Erano di velluto a coste. Rosso Magenta!
Creai per loro un posto speciale nell’armadio e li guardai. A lungo.
La prima cosa mia. Il mio primo pezzo di identità. La mia prima scelta.
Era il 1982. L’Italia vinceva i mondiali in un torrido 11 luglio.
Faceva molto caldo, ma li indossai